Analizzando i dati, la maggior parte delle pratiche presentate con la metodologia del Codice (pratiche RTO) ha adottato soluzioni conformi (917 contro 97 soluzioni alternative o in deroga).
Inoltre, di queste:
- il 35,3 % ha avuto un esito favorevole;
- il 57,9% ha avuto parere favorevole con condizioni;
- il 5,9% ha avuto parere contrario;
- lo 0,9% è ancora in fase di esame.
Si può concludere che vi è un notevole interesse per il nuovo strumento rappresentato dal Codice, ma non ancora un utilizzo diffuso, sulle cui ragioni appare necessario fare alcune riflessioni.
Appare chiara, per incentivare l’uso del Codice, la necessità di proseguire con un’attività formativa che miri da un lato, ad accrescere la confidenza e la dimestichezza del professionista “esperto” con il nuovo strumento e, dall’altro, a modificare i programmi dei corsi base (circolare DCPREV prot. n. 1284 del 2 febbraio 2016) destinati ai professionisti più giovani, al fine di rendere l’approccio prestazionale alla materia la metodologia di elezione.
In definitiva, si è del parere, che il Codice dovrà essere inserito, in maniera massiccia, nei programmi dei corsi base di prevenzione incendi e di aggiornamento periodico dei professionisti antincendio.
Il monitoraggio dei VV.F., sui progetti presentati nell’arco temporale 2015 - 2017, ha consentito di evidenziare che la metodologia del Codice è stata applicata, sostanzialmente, per un numero esiguo di attività del d.p.r. 1 agosto 2011 n. 151 (attività 75, 38, 54, 44, 34, 53 e 70):
A queste va aggiunta l’attività 67 scuole con 9 progetti presentati (una in soluzione conforme e 8 in deroga), un numero significativo, se consideriamo che la RTV è di recente emanazione (d.m. 7 agosto 2017).