La valutazione del rischio incendio Rvita, Rbeni, Rambiente

di Filippo Battistini
- 5 MIN
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Se stai cercando come eseguire una corretta valutazione del rischio incendio con il DM 18 Ottobre 2019 “Codice di Prevenzione Incendi 2.0” sei nel posto giusto e ti consigliamo di continuare la lettura. Se cercavi altro, ritenta!

 

La valutazione del rischio incendio per l’attività con il Codice di prevenzione incendi.

Già con il DM 10 marzo 1998 il progettista antincendio era chiamato ad eseguire la valutazione del rischio incendio per tutte le attività sprovviste di regola tecnica verticale. Essa veniva eseguita in modo qualitativo, lasciando al progettista il compito di individuare le misure antincendio necessarie a mitigare il rischio incendio.

Con il Codice, terminata la valutazione del rischio qualitativa, sono stati introdotti dei parametri quantitativi per illustrare meglio l’attività, al fine di applicare coerentemente tutte le 10 strategie antincendio.

Infatti, il progettista valuta il rischio di incendio per l’attività e attribuisce tre tipologie di profili di rischio:

  • Rvita, profilo di rischio relativo alla salvaguardia della vita umana; 

  • Rbeni, profilo di rischio relativo alla salvaguardia dei beni economici;
  • Rambiente, profilo di rischio relativo alla tutela dell’ambiente dagli effetti dell’incendio.

 

Determinazione Profilo di rischio Rvita

Il profilo di rischio Rvita è attribuito per singolo compartimento in relazione vari fattori, questi possono essere differenti nei locali che costituiscono il compartimento (Es1: in un hotel le gli occupanti che possono essere addormentati sono nelle camere, e non nella hall. Es2: un locale parzialmente aperto al pubblico può avere uffici occupati da soli lavoratori, e front office con ospiti che possono non aver familiarità con l’edificio), pertanto si tiene in considerazione sempre la situazione più sfavorevole di tutte le tipologie di occupanti che si possono trovare all’interno di un compartimento.

I fattori specifici che lo influenzano sono definiti con lettere e numeri e rappresentano le caratteristiche degli occupanti e la velocità caratteristica di crescita dell’incendio.

Caratteristiche prevalenti degli occupanti

δocc rappresenta le caratteristiche prevalenti degli occupanti che si trovano nel compartimento antincendio analizzato.

E’ molto importante il concetto di “prevalente”. A scopo chiarificatore, si riportano alcuni esempi:

  • Officina meccanica: sono presenti prevalentemente lavoratori di tipo A ed alcuni clienti di tipo B. La scelta ricade sulla tipologia A.
  • Scuola: staff, professori e studenti sono di tipologia A, genitori e visitatori sono di tipo B. La scelta ricade sulla tipologia A.
  • Hotel: i lavoratori sono di tipologia A, gli ospiti sono di giorno di tipo B mentre di notte tipo Ciii. La scelta ricade sulla tipologia Ciii.

Velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio

il secondo, δα rappresenta invece la velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio riferita al tempo tα, in secondi, impiegato dalla potenza termica per raggiungere il valore di 1000 kW. 


E’ molto importante il concetto di “prevalente”. A scopo chiarificatore, si riportano alcuni esempi:

  • Officina meccanica: il materiale è generalmente stoccato con una altezza < 3m, suggerendo una velocità pari a 2, è però presente una contenuta area di stoccaggio pneumatici di altezza superiore a 3 ma inferiore a 5, suggerendo una velocità pari a 3. La scelta ricade sulla velocità 2, con trattazione dello stoccaggio come area a rischio specifico in V1.
  • Magazzino: sono presenti materiali combustibili, con altezza di impilamento >3m h <5m, suggerendo una velocità pari a 3. Il carico di incendio specifico risulta essere <200MJ/m2, suggerendo una velocità pari a 1. La scelta ricade sulla velocità 1.

Incrociando i due parametri, si ottiene l’Rvita per ogni singolo compartimento dell’attività che stiamo progettando.

E’ possibile notare che alcune combinazioni non sono ammesse, questo perché la velocità di crescita risulterebbe troppo rapida per le capacità di sfollamento degli occupanti. Se ti trovi in quella situazione, una possibile soluzione può essere quella di compartimentare i locali, per limitare il materiale eccessivamente pericoloso in compartimenti con accesso limitato.

Si riportano alcuni esempi:

Unico compartimento B4: i locali in cui ho una velocità pari a 4 li compartimento e li rendo accessibili ai soli lavoratori. Costituisco quindi un compartimento B3 ed uno A4, entrambi accettabili.

Unico compartimento D3: i locali in cui ho una velocità pari a 3 li compartimento e li rendo accessibili ai soli lavoratori. Costituisco quindi un compartimento D2 ed uno A3, entrambi accettabili.

 

Determinazione Profilo di rischio Rbeni

Il profilo di rischio Rbeni invece è attribuito per l’intera attività in funzione del carattere strategico dell’opera da costruzione e dell’eventuale valore storico, culturale, architettonico o artistico della stessa e dei beni in essa contenuti.

Ai fini della determinazione del profilo di rischio, un’opera da costruzione si considera vincolata per arte o storia se essa stessa o i beni in essa contenuti sono tali a norma di legge (es: vincolo della sovrintendenza dei beni culturali), oppure un’opera da costruzione risulta strategica se eÌ€ tale a norma di legge o in considerazione di pianificazioni di soccorso pubblico e difesa civile o su indicazione del responsabile dell’attività (es: ospedali, scuole).

Su richiesta del responsabile dell’attività, in aggiunta agli obblighi normativi, il progettista può incrementare il valore del profilo di rischio Rbeni al fine di garantire obiettivi di sicurezza antincendio come la continuità d’esercizio a seguito d’incendio (business-continuity).

Determinazione Profilo di rischio Rambiente

Il progettista valuta il profilo di rischio Rambiente in caso di incendio, distinguendo gli ambiti dell’attività nei quali tale profilo di rischio è significativo, da quelli ove è non significativo.

La valutazione del profilo di rischio Rambiente tiene conto:

  1. dell’ubicazione dell’attività;
  2. della presenza di ricettori sensibili nelle aree esterne
    1. asili
    2. scuole
    3. ospedali
    4. case di riposo;
  3. della tipologia e dei quantitativi di materiali combustibili presenti;
  4. dei prodotti della combustione da questi sviluppati in caso di incendio;
  5. delle misure di prevenzione antincendio adottate;
  6. delle misure di protezione antincendio adottate.

il tema è decisamente importante ed articolato. Per questo si rimanda ad un nostro articolo specifico, sviluppato sulla base delle attuali tecniche e conoscenze.

Il profilo di rischio Rambiente è ritenuto non significativo:

  1. negli ambiti protetti da impianti o sistemi automatici di completa estinzione dell’incendio (capitolo S.6 Livelli IV o V) a disponibilità superiore (ESFR, schiuma alta espansione, gas inerte…);
  2. nelle attività civili (es. strutture sanitarie, scolastiche, alberghiere,…) la classificazione catastale è utile riferimento per l’individuazione delle attività di tipo industriale.

Le operazioni di soccorso condotte dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sono escluse dalla valutazione, in quanto non necessario. Pertanto, tutto ciò che riguarda l’inquinamento di falda da parte delle acque utilizzate per lo spegnimento da parte dei VVF non è da considerare.

L’importanza di Rvita, Rbeni ed Rambiente

Questi 3 parametri sono fondamentali per 2 aspetti specifici, che rendono il Codice strumento inequivocabilmente migliore di qualsiasi altra normativa di prevenzione incendi italiana. E sono:

  • La valutazione del rischio spetta al progettista, non al funzionario VVF, che deve solo valutare l’appropriatezza degli obiettivi di sicurezza antincendio perseguiti, delle ipotesi di base, dei dati d’ingresso, dei metodi, dei modelli, degli strumenti normativi selezionati ed impiegati a supporto della progettazione antincendio. La corrispondenza delle misure di prevenzione incendi agli obiettivi di sicurezza perseguiti secondo le indicazioni del Codice e la correttezza nell’applicazione di metodi, modelli e strumenti normativi. Infatti, Il progettista assume piena responsabilitaÌ€ in merito alla valutazione del rischio d’incendio riportata nella documentazione progettuale relativa all’attivitaÌ€.
  • Le misure di prevenzione e protezione saranno calibrate su parametri certi, rendendo la progettazione meno qualitativa e più quantitativa (approccio semi-prestazionale).

Ora hai tutti i parametri necessari ad individuare i livelli di prestazione di ogni singola strategia antincendio del Codice. Ricordati di applicarle tutte e 10!

Riferimenti

Codice di Prevenzione Incendi DM 18 ottobre 2019

ISO/TR16738,

BS 9999, Section 2 – Risk profiles and assessing risk.

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