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Puoi definire la FSE come un approccio sofisticato ma altamente efficace per garantire la sicurezza antincendio. In Italia, i termini “Approccio Ingegneristico” e “Approccio Prestazionale” sono sinonimi di Fire Safety Engineering.
La prevenzione incendi può essere affrontata in due modi diversi: l’approccio tradizionale, basato su norme rigide e strumenti di calcolo semplici e l’approccio ingegneristico-prestazionale (Fire Safety Engineering), più avanzato che simula gli incendi tramite modelli di calcolo. In Italia, il ricorso alla Fire Safety Engineering è possibile per tutte le attività utilizzando il Codice di Prevenzione Incendi e la soluzione alternativa.
Grazie alla Fire Safety Engineering è possibile ridurre i costi di adeguamento antincendio in quanto si riducono le misure di protezione passiva necessarie e si ottimizzano gli impianti antincendio. Inoltre, questa strategia permette di ridurre le limitazioni all’attività, come ad esempio in termini di quantitativi di materiale stoccato o affollamento, senza compromettere la sicurezza degli occupanti dell’edificio.
La prevenzione incendi può essere affrontata in due modi diversi: l’approccio tradizionale, basato su norme rigide e strumenti di calcolo semplici e l’approccio ingegneristico-prestazionale (Fire Safety Engineering), più avanzato che simula gli incendi tramite modelli di calcolo. In Italia, il ricorso alla Fire Safety Engineering è possibile per tutte le attività utilizzando il Codice di Prevenzione Incendi e la soluzione alternativa.
Grazie alla Fire Safety Engineering è possibile ridurre i costi di adeguamento antincendio in quanto si riducono le misure di protezione passiva necessarie e si ottimizzano gli impianti antincendio. Inoltre, questa strategia permette di ridurre le limitazioni all’attività, come ad esempio in termini di quantitativi di materiale stoccato o affollamento, senza compromettere la sicurezza degli occupanti dell’edificio.
È un metodo approvato dai Vigili del Fuoco, i quali approvano singolarmente ogni progetto svolti con questa metodologia, esattamente come quelli realizzati con approccio tradizionale.
Per valutare la resistenza al fuoco delle strutture in modo preciso e meno gravoso rispetto alla norma ISO 834, si utilizza la modellazione dell’incendio reale per ottenere la sollecitazione termica necessaria per il calcolo della resistenza al fuoco. Questa dipende dal tipo di incendio, dalla sua capacità di propagarsi, dalle geometrie dei locali e dalle superfici di areazione.
La modellazione permette di ottenere output numerici e modelli 3D per studiare la diffusione delle grandezze in gioco. La verifica della resistenza al fuoco prevede lo studio dei fenomeni del secondo ordine, tra cui le dilatazioni termiche e l’instabilità. Le sollecitazioni termiche più basse permettono di evitare l’applicazione di rivestimenti protettivi come lastre o vernici intumescenti, anche sull’acciaio nudo. Questo metodo è particolarmente utile per valutare la resistenza al fuoco e ridurre le limitazioni al carico di incendio.
La normativa fissa delle superfici minime da rispettare, tuttavia, ciò non tiene conto del fatto che superfici inferiori ma ben disposte possono essere altrettanto funzionali allo smaltimento dei fumi e del calore. Inoltre, la modellazione dell’incendio reale all’interno della singola attività permette di valutare la reale efficienza della ventilazione naturale, senza la necessità di interventi edili.
In alcuni casi, è possibile utilizzare i serramenti già presenti nell’attività per garantire una corretta areazione e ridurre i costi di adeguamento antincendio. Se, invece, è necessaria la ventilazione meccanica, l’ingegneria antincendio consente di dimensionare e posizionare al meglio gli impianti di estrazione, minimizzando l’impatto e i costi per l’attività.
Grazie all’utilizzo di questo metodo, non ci sono più dimensioni minime o lunghezze massime da rispettare per quanto riguarda i percorsi di esodo. Il metodo permette di valutare il tempo necessario all’esodo (RSET) tenendo conto della tipologia di rilevazione dell’incendio, di allarme, così come della tipologia degli occupanti, del loro grado di conoscenza della struttura e del loro stato psico-fisico.
Questa valutazione viene poi messa a confronto con il tempo a disposizione in caso di incendio (ASET), definito come il tempo entro il quale lungo le vie d’esodo sussistono le condizioni per cui l’esodo sia garantito senza conseguenze per gli occupanti. Grazie a questo metodo, si possono individuare i percorsi d’esodo più efficienti e sicuri e garantire una maggiore protezione degli occupanti dell’edificio.
Inoltre, uno dei principali vantaggi di questo metodo è che spesso i percorsi d’esodo già presenti nell’edificio sono sufficienti per garantire l’esodo completo delle persone verso l’esterno.
Grazie alla possibilità di studiare l’incendio naturale, si possono risolvere in modo efficace numerose problematiche relative alle distanze di separazione per irraggiamento, ribaltamento e separazione tra compartimenti ed altre attività. Inoltre, attraverso la verifica della trasmissione del calore, si può evitare la necessità di interventi di protezione, poiché spesso le caratteristiche dei muri possono già essere sufficienti per poter essere considerati di compartimentazione.
Questo permette di risparmiare tempo e denaro, oltre che di semplificare il processo di valutazione e prevenzione degli incendi.z
In ogni caso, è sempre importante affrontare la tematica insieme agli aspetti di resistenza al fuoco e di prevenzione incendi in genere, al fine di garantire la massima sicurezza degli ambienti e delle persone che li frequentano.
Con l’approccio tradizionale di progettazione degli impianti di protezione antincendio, non è possibile quantificare l’effetto sull’incendio e sull’ambiente circostante. Tuttavia, con l’approccio FSE, è possibile valutare con precisione l’effetto di un singolo impianto di spegnimento sull’incendio e sulla sollecitazione termica. Questo approccio consente inoltre di analizzare i tempi di attivazione dell’impianto e di confrontarli con i tempi di rilevazione e di evacuazione del fumo e del calore, risolvendo problemi di interazione tra i vari sistemi di protezione.
Un vantaggio significativo dell’approccio FSE è la possibilità di modellare gli impianti a controllo e soppressione, valutandone l’efficienza in modo preciso e completo. Ciò rende l’utilizzo di questi impianti decisamente più vantaggioso, poiché è possibile sfruttare appieno le loro capacità ed evitare ad esempio i protettivi alle strutture e impianti costosi di smaltimento fumo e calore.
I pannelli fotovoltaici installati sulle coperture sono da considerare, per la normativa, un rischio aggiuntivo all’attività che vi è al di sotto. Infatti, è necessario rispettare dei vincoli nella loro installazione ed eseguire una valutazione del rischio aggiuntivo su di essi. Con la FSE, è possibile studiare gli effetti dell’incendio proveniente dall’edificio per valutare se esso possa, per mezzo, ad esempio, degli evacuatori di fumo, propagarsi ai pannelli fotovoltaici, oppure il contrario, se un incendio sviluppato dai pannelli stessi, possa propagarsi all’edificio sottostante.
Inoltre, la valutazione del rischio tramite FSE diventa un tema molto attuale a seguito della grande crisi energetica che ha portato le aziende a ripensare all’approvvigionamento di energia elettrica.
Grazie alla maggiore flessibilità offerta dal metodo, è possibile valutare installazioni particolari e sfruttare maggiori porzioni di copertura, garantendo una maggiore produzione di energia.
FSE PROGETTI offre una soluzione per ogni tipologia di Fire Safety Engineerign.
Affinché un’azienda possa svolgere la propria attività a norma di legge, deve aver dato seguito agli adempimenti in materia di prevenzione incendi.
Un documento essenziale per garantire un adeguato livello di sicurezza antincendio nella tua attività progettata il FSE.
Per garantire un alto livello di protezione contro gli incendi, è necessario investire in sistemi antincendio efficienti e in grado di rispondere in modo rapido
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