L’FSE è cosa da Millennials

Filippo Battistini
- 3 MIN
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Lo dicono i numeri

Analizzando le opinioni degli ingegneri iscritti agli elenchi del ministero dell’interno, ovvero i professionisti antincendio, si può notare come l’FSE sia “cosa da Millennials”.

Argomentando meglio questo “slogan” è opportuno analizzare due aspetti molto interessanti di questa raccolta dati fatta dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri. La prima riguarda la percentuale (fino ai 40 anni) relativamente all’utilizzo delle sole soluzioni progettuali conformi e quelle relative a conformi che alternative. Come è possibile notare dalla Fig. 8 appena si esce dalla generazione dei Millennials cresce di 10 punti percentuali l’utilizzo di sole soluzioni conformi e cala quasi di 7 punti percentuali quelle dell’utilizzo di anche soluzioni alternative.

 

Si legge a pag. 7: “La progettazione con soluzioni conformi è stata quella più utilizzata, con percentuali sopra il 60% per tutte le fasce di età: si va dagli ingegneri con età tra i 46 e i 55 anni che le hanno utilizzate con una incidenza del 75,5%, fino al 61,8% rilevato nella fascia di età tra i 41 e i 55 anni. Le soluzioni sia conformi che alternative, invece, sono state predilette dagli ingegneri più giovani, evidentemente più aperti a soluzioni innovative, dove il 39,2% le ha utilizzate. La percentuale scende al 38,8% nella fascia d’età tra i 36 e i 40, al 32% tra i 41 e i 45 anni, al 27,1% tra i 46 e i 55 anni fino al 29,1% degli ingegneri over 65.”

 

Trasmettere il valore

Questo è un tema che fuori dalla generazione dei Millennials è riconducibile a quegli atteggiamenti della serie “io sono un ingegnere, ho ragione io e basta”, “il marketing è una boiata”, “il cliente deve pagarmi tanto anche se non capisce quello che sto facendo, servono dei minimi per le parcelle”… e tante cavolate del genere.

Quello che invece noi Millennias sappiamo fare meglio è trasmettere valore. Empatizzare con il cliente, capire meglio cosa vuol dire essere dalla parte della sua impresa e quindi parlargli, scrivergli fissando obiettivi percepibili, tangibili e vantaggiosi. Certo, rispettando sempre la legge (ma noi lo diamo per sottinteso, siamo molto più sinceri come generazione).

Tutto dipende da noi. Non servono parcelle minime, interventi dall’alto o class-action. È sufficiente rimboccarsi le maniche, studiare, mettersi in discussione, empatizzare con il cliente e trovare soluzione ai suoi problemi.

Forza che il 2023 è appena iniziato. Abbiamo 12 fantastici mesi per far crescere questi numeri, insieme.

Si legge a pag. 8: “Il tema del vantaggio economico per il committente, vantaggio derivato dall’utilizzo da parte dei professionisti del Codice, ha diviso la platea del campione degli ingegneri che lo ha utilizzato nella progettazione: esso è stato apprezzato “poco” dal 41,7% degli intervistati e “abbastanza” dal 31,7%. Il 18,3% della platea ha invece affermato che il vantaggio economico non è stato per niente apprezzato, mentre solo per l’8,7% c’è stato un alto grado di gradimento.

A fronte degli indubbi vantaggi tecnici e di versatilità progettuale offerti dal Codice, sembra che gran parte dei progettisti non riesca a valorizzare questa prerogativa a favore del committente; quindi, il maggiore impegno non viene gratificato, anche per la debole propensione alla promozione commerciale di molti ingegneri.”

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