Resistenza al Fuoco delle strutture con il Codice

Filippo Battistini
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Oggi non come ieri

Al giorno d’oggi è di vitale importanza condividere gli aspetti di resistenza al fuoco con chi si occupa delle strutture si dal primo momento. Una volta, infatti, non solo a volte venivano “dimenticati” i CERT.REI nelle pratiche di prevenzione incendi, ma spesso si demandava la verifica di resistenza al fuoco alla fase finale di SCIA, comunicando da parte del professionista antincendio la mera Classe di resistenza al fuoco all’ingegnere strutturista preposto all’esecuzione delle verifiche.

L’importanza della condivisione

Con un approccio prestazionale (soluzioni alternative) o comunque semi-prestazionale (soluzioni conformi) dovuto all’applicazione del Codice di Prevenzione Incendi, la strategia S.2 rappresenta una pietra miliare della sicurezza antincendio delle nostre attività. Oggi è infatti necessario da subito conoscere le caratteristiche strutturali, la necessità di installare protettivi (in questo caso dovremo trascurare immediatamente la possibilità di ricorrere alla Fire Engineering) oppure la possibilità di verificare la struttura, come viene definita in gergo “nuda” ricorrendo a metodologie sperimentali, tabellari, analitiche o analitiche con FSE.

Il ruolo chiave nella definizione dell’albero de guasti

Quando si applicano le soluzioni alternative, in presenza di impianti di protezione attiva (es. sprinkler) a disponibilità superiore, è necessario valutare quantitativamente l’impatto dei vari scenari di incendio ipotizzabili, anche e soprattutto da un punto di vista strutturale. Un professionista antincendio, da solo, non può farlo. O meglio può farlo ad esempio se è inserito all’interno di un team di progettazione completo, dove ognuno possiede una peculiarità e specificità (es. strutturista, impiantista, modellatore ecc…) ed ha la possibilità di contribuire alla bontà tecnica della progettazione con il suo know-how professionale.

La necessità di sapere

Quando ci si accinge ad eseguire le verifiche al fuoco (tipicamente con gli Eurocodici) il professionista che si occupa dell’analisi strutturale deve necessariamente conoscere il livello di prestazione da garantire, i requisiti minimi da soddisfare nonché il metodo di progettazione utilizzato. Questo gli consentirà di elaborare un CERT.REI coerente, compatibile e corretto.

Come trasferire le informazioni in modo chiaro e sintetico?

Noi abbiamo sviluppato internamente un documento molto simile ad una specifica tecnica di un impianto. Ispirandoci a queste, infatti, abbiamo sintetizzato gli aspetti che riteniamo “chiave” nella trasmissione della richiesta tecnica nei confronti del collega strutturista che si occuperà delle verifiche. Nel nostro caso però avendo la competenza interna tutto diventa più semplice. Per chi invece esternalizza questo servizio, può essere un buon punto di partenza. Potete trovarla allegata a questo articolo.

FONTE

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