S.3 Compartimentazione

La strategia

Se vuoi trovare le soluzioni corrette per le strategie antincendio utilizzando il Codice di Prevenzione Incendi, sei nel posto giusto.

La compartimentazione antincendio è una misura di protezione passiva che consiste nella suddivisione di un edificio in compartimenti, ciascuno dei quali deve essere in grado di resistere all’incendio per un determinato periodo di tempo. L’obiettivo principale della compartimentazione è quello di limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi eetti in modo da proteggere la vita umana, ridurre i danni materiali e garantire il funzionamento dei servizi di emergenza.

In caso di incendio, la compartimentazione crea delle barriere fisiche che impediscono alle fiamme, al fumo e al calore di diondersi da un compartimento all’altro e di raggiungere le altre attività o i luoghi dove si trovano le persone. Ogni compartimento deve essere separato dagli altri attraverso elementi costruttivi come pareti, soitti, pavimenti, porte e finestre resistenti al fuoco e dotati di chiusure automatiche. In questo modo, si limita la superficie dell’edificio interessata dall’incendio e si riducono le possibilità che l’incendio si propaghi all’esterno dell’edificio.

Individuazione del livello di prestazione

Gli standard di compartimentazione antincendio per le opere da costruzione sono definiti nella tabella S.2-1 e sono obbligatori per tutte le attività. Essi sono categorizzati in tre livelli di prestazione distinti: I, II, III, ognuno dei quali rappresenta un diverso grado di restrizione.

Come un vestito su misura, questi livelli di prestazione sono progettati per adattarsi alle specifiche esigenze di sicurezza della tua attività.

Selezionare il livello di prestazione più alto fornirà una maggiore protezione antincendio, ma comporterà anche maggiori limitazioni e vincoli.

LIVELLO I

NESSUN REQUISITO

LIVELLO II

È CONTRASTATA PER UN PERIODO CONGRUO CON LA DURATA DELL’INCENDIO:

  • LA PROPAGAZIONE DELL’INCENDIO VERSO ALTRE ATTIVITà;
  • LA PROPAGAZIONE DELL’INCENDIO ALL’INTERNO DELLA STESSA ATTIVITà
LIVELLO III

E’ CONTRASTATA PERUN PERIODO CONGRUO CON LA DURATA DELL’INCENDIO:

  • LA PROPAGAZIONE DELL’INCENDIO E DEI FUMI FREDDI ALL’INTERNO DELLA STESSA ATTIVITÀ.

Criteri di attribuzione dei livelli di prestazione

Per attribuire i livelli di prestazione per la reazione al fuoco dei materiali impiegati nelle attività, sono stati stabiliti dei criteri generalmente accettati, riportati nelle tabelle S.1-2 ed S.1-3 del Codice di Prevenzione Incendi.

Questa fase è estremamente importante, perché definisce l’entità delle misure antincendio necessarie per garantire la sicurezza degli occupanti e la protezione delle strutture. Il parametro fondamentale per la valutazione del rischio incendio è l’Rvita, che tiene conto di diversi fattori come la presenza di sostanze infiammabili e combustibili, il tipo di attività svolta e la conformazione degli spazi.

Il Codice prevede la possibilità, in alcuni casi, che siano prescritte misure di sicurezza differenti tra le vie d’esodo dell’attività e gli altri locali dell’attività. In particolare, potrebbero esserci differenze limitatamente alle vie d’esodo verticali, ai percorsi d’esodo come corridoi e atri, ai filtri e agli spazi calmi. È fondamentale tenere conto di queste differenze per garantire la massima sicurezza degli occupanti in caso di emergenza.

Criteri di attribuzione

Livello dl prestazione

Descrizione

I

Non ammesso nelle attività soggette

II

Attività non ricomprese negli altri criteri di attribuzione

III

In relazione alle risultanze della valutazione del rischio nell’ambito e in ambiti limitrofi della stessa attività (es. attività con elevato affollamento, attività con geometria complessa o piani interrati, elevato carico di incendio specifico qr, presenza di sostanze o miscele pericolose in quantità significative, presenza di lavorazione pericolose ai fini dell’incendio, …). Si può applicare in particolare ove sono presenti compartimenti con profilo di rischio Rvita compreso in D1, D2, Cii2, Cii3, Ciii2, Ciii3, per protegger gli occupanti che dormono o che ricevono cure mediche.

Tebela S.3-2: Criteri di attribuzione dei livelli di presentazione

Esempi

Supponendo di trovarsi in uno stabilimento industriale con Rvita: A3, i criteri della tabella S.1-2 ed S.1-3 attribuiscono i seguenti livelli di prestazione per la reazione al fuoco dei materiali:

vie di esodo attività: Livello di prestazione I altri locali dellʼattività: Livello di prestazione I

Considerando un ufficio aperto al pubblico con Rvita: B2, classificato OA, HA, i criteri della tabella S.1-2 ed S.1-3 attribuiscono i seguenti livelli di prestazione per la reazione al fuoco dei materiali:

vie di esodo dellʼattività: Livello di prestazione III* altri locali dellʼattività: Livello di prestazione II

*Si raccomanda di verificare eventuali prescrizioni della Regola Tecnica Verticale. 

Supponendo di trovarsi in un albergo con Rvita: Ciii2, classificato PB, HA, i criteri della tabella S.1-2 ed S.1-3 attribuiscono i seguenti livelli di prestazione per la reazione al fuoco dei materiali:

vie di esodo dellʼattività: Livello di prestazione III altri locali dellʼattività: Livello di prestazione II

*Si raccomanda di verificare eventuali prescrizioni della Regola Tecnica Verticale.

Considerando un’ autorimessa condominiale con Rvita: A2, classificato SA, AA, HA, i criteri della tabella S.1-2 ed S.1-3 attribuiscono i seguenti livelli di prestazione per la reazione al fuoco dei materiali:

vie di esodo dellʼattività: Livello di prestazione I altri locali dellʼattività: Livello di prestazione I*

*Si raccomanda di verificare eventuali prescrizioni della Regola Tecnica Verticale. Ad esempio, nelle aree di parcheggio (aree TA) non è ammesso il livello di prestazione I.

 
Soluzioni Progettuali

Le soluzioni conformi previste dal Codice per la compartimentazione delle opere da costruzione sono caratterizzate da specifiche limitazioni e condizioni di utilizzo. Inoltre, per i compartimenti con Rvita compreso in Ci1, Ci2, Ci3, è possibile fare riferimento alle soluzioni conformi previste rispettivamente per Cii1, Cii2, Cii3, tenendo conto del rischio di incendio specifico e della familiarità degli occupanti con l’attività.

Per il livello di prestazione II, al fine di evitare la propagazione dell’incendio verso altre attività o all’interno della stessa attività, devono essere impiegate almeno una delle seguenti soluzioni conformi: suddivisione dell’opera da costruzione in compartimenti antincendio, interposizione di distanze di separazione su spazio a cielo aperto o inserimento di attività funzionali. Comunicazioni tra le diverse attività sono ammesse solo se strettamente necessarie e i compartimenti con Rvita in C1, C2, C3, D1, D2 devono essere a prova di fumo.

Per il livello di prestazione III si applicano le soluzioni conformi per il livello di prestazione II, utilizzando elementi a tenuta di fumo (Sa) per la chiusura dei vani di comunicazione tra compartimenti.

In questo modo, è possibile assicurare il rispetto delle normative antincendio, garantendo al contempo la massima sicurezza degli occupanti dell’edificio.

Se la soluzione conforma risulta essere troppo vincolante e/o troppo onerosa per le opere di adeguamento, contattaci e insieme troveremo la soluzione alternativa più adatta al tuo caso. Il DM 18 Ottobre 2019 introduce alcune possibili soluzioni alternative (in realtà ne esistono molte altre) per qualsiasi livello di prestazione. Le soluzioni alternative possono riguardare diverse caratteristiche dell’edificio, come lo spazio scoperto, il compartimento, il filtro, l’ubicazione, la compartimentazione multipiano, le comunicazioni e la distanza di separazione. Per dimostrare la validità di una soluzione alternativa, è necessario dimostrare che non avviene propagazione dell’incendio e dei suoi effetti nella configurazione considerata, anche con l’uso di modelli analitici. Inoltre, è importante garantire la salvaguardia della vita degli occupanti e, se applicabile, la protezione dei beni. Ecco alcuni esempi di soluzioni alternative:

  • Nel caso di un magazzino con area adibita a deposito con Rvita A3, una soluzione alternativa consiste nello sviluppare scenari di incendio, tenendo in considerazione le reali caratteristiche di velocità di propagazione dei materiali. Fissando una distanza di separazione interna priva di materiale combustibile e con rivestimenti in classe GM0 tra deposito e area produttiva, verificando e garantendo valori di irraggiamento e temperatura sotto una determinata soglia, è possibile evitare la separazione fisica R/REI tra le due aree.
  • Nel caso di un centro commerciale con Rvita B3, una soluzione alternativa consiste nello sviluppare scenari di incendio, tenendo in considerazione le reali caratteristiche di velocità di propagazione dei materiali. Valutando la propagazione dei fumi all’interno dell’attività e verificando e garantendo comunque l’esodo mediante la metodologia ASTE/RSET.
  • Nel caso di una distanza di separazione, si può dimostrare che è limitata la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti, ad esempio utilizzando la procedura analitica del paragrafo S.3.11.3 o modelli numerici di simulazione dell’incendio, dei suoi effluenti e dell’irraggiamento.
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