S.4 Esodo
Se vuoi trovare le soluzioni corrette per le strategie antincendio utilizzando il Codice di Prevenzione Incendi, sei nel posto giusto.
Il sistema d’esodo è uno dei componenti fondamentali del sistema di protezione antincendio. Esso ha lo scopo di garantire la sicurezza degli occupanti durante l’evacuazione dell’edificio in caso di emergenza. Le procedure adottate per l’esodo sono essenzialmente quattro e dipendono dalla complessità dell’edificio e dal grado di rischio associato all’attività che vi si svolge. Il metodo più comune è l’esodo simultaneo, dove gli occupanti si spostano contemporaneamente verso un luogo sicuro. L’esodo per fasi viene attuato in edifici di grandi dimensioni e prevede l’evacuazione in successione dei compartimenti, mentre l’esodo orizzontale progressivo viene impiegato in strutture come ospedali o case di riposo, dove gli occupanti possono avere limitate capacità di deambulazione. Infine, la protezione sul posto è prevista in luoghi come centri commerciali e aerostazioni, dove gli occupanti sono protetti nel compartimento in cui si trovano. L’adozione di misure di protezione attiva e passiva, nonché di un adeguato sistema di gestione dell’emergenza, sono essenziali per garantire l’efficacia del sistema di esodo.
Individuazione del livello di prestazione
La tabella S.4-1 riporta i livelli di prestazione per l’esodo, applicabili a tutti i settori dell’attività ed attribuibili alle opere da costruzione. Questi livelli sono individuati con numeri romani (I, II) e rappresentano idealmente diverse taglie di un vestito, ciascuna in grado di adattarsi al meglio alle esigenze specifiche dell’attività.
Più alto è il livello, più restrittive saranno le misure previste per garantire la sicurezza degli occupanti in caso di evacuazione.
LIVELLO I
GLI OCCUPANTI RAGGIUNGONO UN LUOGO SICURO PRIMA CHE L’INCENDIO DETERMINI CONDIZIONI INCAPACITANTI NEGLI AMBITI DELL’ATTIVITA’ ATTRAVERSATI DURANTE L’ESODO
LIVELLO II
GLI OCCUPANTI SONO PROTETTI DAGLI EFFETTI DELL’INCENDIO NEL LUOGO IN CUI SI TROVANO.
Criteri di attribuzione dei livelli di prestazione
La tabella S.4-2 riporta i criteri comunemente adottati per attribuire ai materiali utilizzati nell’ambito dell’attività i livelli di prestazione per la reazione al fuoco. Questa valutazione è cruciale, in quanto influisce sull’entità delle misure antincendio necessarie per garantire la sicurezza degli occupanti e dei beni.
I livelli di prestazione, come previsto dal Codice, sono identificati con numeri romani (I, II, III) e rappresentano un po’ come le taglie di un vestito, adattandosi alle esigenze specifiche dell’attività.
Più alto è il livello, maggiore sarà la resistenza del materiale al fuoco e minori saranno le restrizioni necessarie per limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti.
Criteri di attribuzione
Livello dl prestazione
Descrizione
I
Tutte le attività
II
Ambiti per i quali non sia possibile assicurare i livello di presentazione I (es, a causa di dimensione, ubicazione, abilità degli occupanti, tipologia dell’attività, caratteristiche geometriche particolari, vincoli architettonici, …)
Tabella S.4-2: Criteri di attribuzione dei livelli di presentazione
Esempi
Stabilimento industriale Considerando uno stabilimento industriale con un Rischio vita di A3, la tabella S.4-2 attribuisce il livello di prestazione I per la reazione al fuoco dei materiali.
Ufficio aperto al pubblico Considerando un ufficio aperto al pubblico con un Rischio vita di B2, classificato come OA e HA, la tabella S.4-2 attribuisce il livello di prestazione I per la reazione al fuoco dei materiali.
Albergo Considerando un albergo con un Rischio vita di Ciii2, classificato come PB e HA, la tabella S.4-2 attribuisce il livello di prestazione I per la reazione al fuoco dei materiali.
Autorimessa condominiale Considerando un’ autorimessa condominiale con un Rischio vita di A2, classificata come SA, AA, e HA, la tabella S.4-2 attribuisce il livello di prestazione I per la reazione al fuoco dei materiali.
Soluzioni progettuali conformi
I suggerimenti sui parametri semi-prestazionali per il livello di prestazione I sono fondamentali per garantire un adeguato sistema d’esodo in caso di emergenza.
Questi parametri sono definiti in base all’Rvita e all’affollamento, e riguardano caratteristiche come le porte lungo le vie d’esodo, la densità di affollamento, il numero minimo di vie d’esodo ed uscite indipendenti, le lunghezze d’esodo e dei corridoi ciechi, la larghezza minima delle vie d’esodo orizzontali e verticali, la verifica della ridondanza delle vie d’esodo orizzontali e verticali, il numero minimo di vie d’esodo orizzontali e verticali indipendenti, il calcolo della larghezza minima delle uscite finali e la gestione dell’esodo per gli occupanti con disabilità.
Per il livello di prestazione II, non esiste una soluzione conforme specifica. In questo caso, è necessario adottare soluzioni alternative che siano in grado di garantire un adeguato livello di sicurezza.
Soluzioni progettuali alternative
Se la soluzione conforme risulta essere troppo vincolante e/o troppo onerosa nelle opere di adeguamento, contattaci ed insieme troveremo la soluzione alternativa più adatta al caso. Tipicamente questo si traduce in possibilità di aumentare l’affollamento nei locali, regolarizzare situazioni con corridoi ciechi troppo lunghi e/o vie d’esodo in numero non sufficiente. Così come porte troppo strette o non apribili nel verso dell’esodo.
Per caratterizzare il luogo sicuro si dimostra che tali luoghi non siano investiti da effetti dell’incendio che determinano condizioni incapacitanti per gli occupanti. Per caratterizzare i luoghi sicuri temporanei, si dimostra che tali luoghi non siano investiti da effetti dell’incendio che determinano condizioni incapacitanti durante l’esodo degli occupanti. Per caratterizzare le porte e il numero minimo di uscite indipendenti, si dimostra, anche tramite descrizione, come nella specifica attività il sovraffollamento localizzato alle uscite sia reso improbabile grazie a specifiche misure gestionali dell’esodo. Per gestire la disposizione dei posti a sedere, si dimostra che la diversa disposizione consenta di effettuare l’esodo in un tempo non superiore a quello di riferimento e senza ostacoli. Per autorizzare il numero minimo di vie d’esodo indipendenti e corridoi ciechi, si dimostra che sia improbabile che l’esodo degli occupanti possa essere impedito dall’incendio lungo il corridoio cieco o negli ambiti collegati.
Per consentire lunghezze d’esodo importanti, si dimostra che diverse lunghezze d’esodo consentano comunque di abbandonare il compartimento di primo innesco prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti per gli occupanti. Per consentire larghezze minime delle vie d’esodo orizzontali, delle vie d’esodo verticali e delle uscite finali, si dimostra che diverse larghezze delle vie d’esodo siano adeguate agli occupanti che le impiegano, grazie al basso affollamento effettivo che non determina la formazione di code, per specifiche misure gestionali che rendano improbabili condizioni di sovraffollamento localizzato. In tutti i casi comunque si dimostra il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza per gli occupanti impiegando i metodi del capitolo M.3 e le informazioni reperibili nei riferimenti.
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