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Normative
Smaltimento di fumo e calore d’emergenza
Per il Livello di prestazione II della strategia S.8 del Codice, viene chiesto al progettista che sia possibile smaltire fumi e calore dell’incendio dai compartimenti al fine di facilitare le operazioni delle squadre di soccorso. A tutti gli effetti infatti non viene richiesta una “soglia minima di prestazione” (es: 2m liberi dai fumi come gli SEFC) ma un sistema in grado sostanzialmente di “migliorare” le condizioni di intervento sull’incendio. Il Codice, come in tutte le strategie, ci da la possibilità di percorrere la soluzione conforme oppure quella alternativa (sono in rari casi la Deroga, che sempre più è vista molto male dai comandi VVF).
Aperture di smaltimento di fumo e calore d’emergenza
A differenza dei SEFC, correttamente dimensionati, lo smaltimento di fumo e calore d’emergenza non ha la funzione di creare un adeguato strato libero dai fumi durante lo sviluppo dell’incendio, ma solo quello di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori.
Lo smaltimento di fumo e calore d’emergenza può essere realizzato per mezzo di aperture di smaltimento dei prodotti della combustione verso l’esterno dell’edificio. Tali aperture coincidono generalmente con quelle già ordinariamente disponibili per la funzionalità dell’attività (es. finestre, lucernari, porte, …).
Le aperture di smaltimento devono essere realizzate in modo che:
Le aperture di smaltimento devono essere protette dall’ostruzione accidentale durante l’esercizio dell’attività e devono essere previste indicazioni specifiche per la gestione in emergenza delle aperture di smaltimento (capitolo S.5).
Le aperture di smaltimento sono realizzate secondo uno dei tipi d’impiego previsti nella tabella. In relazione agli esiti della valutazione del rischio, una porzione della superficie utile delle aperture di smaltimento dovrebbe essere realizzata con una modalità di tipo SEa, SEb, SEc. (Ad esempio, la presenza esclusiva di aperture di smaltimento in posizione difficilmente accessibile è un fattore di rischio da valutare.)
La superficie utile minima complessiva SE delle aperture di smaltimento di piano è calcolata come indicato in tabella in funzione del carico di incendio specifico qf (capitolo S.2) e della superficie lorda di ciascun piano del compartimento A. Inoltre, la superficie utile SE può essere suddivisa in più aperture. Ciascuna apertura dovrebbe avere forma regolare e superficie utile ≥ 0,10 m2
Tabella S.8-5: Tipi di dimensionamento per le aperture di smaltimento
Le aperture di smaltimento dovrebbero essere distribuite uniformemente nella porzione superiore di tutti i locali, al fine di facilitare lo smaltimento dei fumi caldi dagli ambiti del compartimento. E’ utile considerare anche opportune superfici di immissione aria fresca, altrimenti fluido-dinamicamente lo smaltimento potrebbe essere fortemente compromesso.
L’uniforme distribuzione in pianta delle aperture di smaltimento può essere verificata imponendo che il compartimento sia completamente coperto in pianta dalle aree di influenza delle aperture di smaltimento ad esso pertinenti , imponendo nel calcolo un raggio di influenza roffset pari a 20 m o altrimenti determinato secondo le risultanze della valutazione del rischio.
Illustrazione S.8-1: Verifica dell’uniforme distribuzione in pianta delle aperture di smaltimento
Aperture di smaltimento di fumo e calore d’emergenza
I sistemi di ventilazione orizzontale forzata (jet-fan) possono essere progettati per uno o più dei seguenti obiettivi di sicurezza in caso di incendio:
Come le aperture di smaltimento di fumo e calore d’emergenza, anche gli SVOF non hanno la funzione di creare un adeguato strato libero dai fumi durante lo sviluppo dell’incendio. Gli SVOF possono perturbare la stratificazione di fumo e calore, in particolare nel compartimento di primo innesco dell’incendio. Gli SVOF possono essere installati anche limitatamente ad aree a rischio specifico.
Devono essere inoltre soddisfatti i seguenti requisiti:
Soluzione alternativa al livello di prestazione II
Sono ammesse soluzioni alternative per questo livello di prestazione e al fine di dimostrare il raggiungimento del livello di prestazione, il progettista può impiegare tra metodi del paragrafo G.2.7, l’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio in accordo ai capitoli M1, M2 ed M3.
Nel Codice sono riportate alcune modalità generalmente accettate per la progettazione di soluzioni alternative. Il progettista può comunque impiegare modalità diverse da quelle elencate.
Si dimostri, anche con metodi analitici, che i soccorritori possano smaltire fumo e calore dell’incendio nella configurazione considerata o grazie ad un impianto di smaltimento meccanico. Possono essere impiegati i metodi di progettazione descritti nell’Appendice G “Smaltimento di fumo e calore di emergenza” della norma UNI 9494-1 e nell’Appendice H “Requisiti del sistemi meccanici per lo smaltimento del fumo e calore di emergenza” della norma UNI 9494-2. In questo caso l’approccio ingegneristico consente di ottimizzare gli impianti, i layout e dimostrare quantitativamente gli effetti dell’incendio nonché le condizioni di tenibilità.
Sia garantita l’accessibilità protetta per i soccorritori a tutti i piani dell’attività e la disponibilità in prossimità di attrezzature e dispositivi di protezione antincendio, oppure si dimostri il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza per i soccorritori impiegando i metodi di cui al capitolo M.3. (Per soccorritori si intendono i componenti delle squadre aziendali opportunamente protetti ed addestrati alla lotta antincendio, all’uso dei dispositivi di protezione delle vie aeree, ad operare in condizioni di scarsa visibilità).
In assenza di norme, TS o TR adottati dall’ente nazionale di normazione, possono essere utilizzati i principi di progettazione e le modalità di installazione e gestione contenute in prCEN/TS 12101-11.
Si dimostri il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza ovvero: “Deve essere possibile smaltire fumi e calore dell’incendio dai compartimenti al fine di facilitare le operazioni delle squadre di soccorso”.
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